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Super(X)FISCHIETTI!

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Super(X)FISCHIETTI!

 

Intanto che, sabato e poi domenica scorsi, Guido Feletti, il presidente della Tarvisium, in attesa di assistere agli incontri, dava il benvenuto alle squadre delle 8 Società, che ordinatamente raccolte sotto i pali, erano ormai in procinto di entrare in campo per giocare il loro SuperX, dagli spogliatoi si avviavano verso i campi alcune eleganti figure, assolutamente insolite nel mondo minirugby: arbitri federali nelle loro sgargianti divise colorate! Alla loro disponibilità e al loro generoso contributo l'evento deve una parte fondamentale del suo successo.

Fin dalla prima edizione, il Super8 dello scorso anno, il gruppo arbitri di Treviso, coinvolto dal carattere innovativo del progetto, non ha mancato di offrire il proprio consistente apporto allo sviluppo di alcuni inderogabili requisiti tecnici e comportamentali, necessari a completare la proposta educativa di quanti, a vario titolo, partecipano al torneo: giocatori, educatori, accompagnatori e genitori.

Ai ragazzi innanzitutto, per far passare - chiaro e netto - il "messaggio" che la figura dell'arbitro non è - e non lo sarà mai nel loro futuro - una figura estranea, "ostile" e sanzionatoria, ma anzi, al contrario, la sua presenza e la sua competenza è e sarà indispensabile garanzia dello spirito del gioco del rugby, di quello spirito che ha dato origine e significato al regolamento.

Avendolo al loro fianco i bambini cominciano a imparare a riconoscere che l'arbitro è la donna o l'uomo che agevola attraverso i suoi gesti, le sue indicazioni e le sue spiegazioni, il loro "diritto di giocare" rispettando le regole e che il suo solo scopo è quello di tutelare chi non le infrange e di salvaguardare la loro incolumità.

Per gli educatori e per i volenterosi accompagnatori osservare il modo fermo e tranquillo con cui l'arbitro conduce l'incontro, la sua precisa gestualità, la posizione che prende di volta in volta sul terreno per non ostacolare il movimento dei giocatori e del pallone, la sua capacità di "sedare" con autorevolezza i piccoli screzi che sorgono tra i giocatori, di placare le "contestazioni", di riportarli sempre al gioco “giocato”, di spiegare le proprie decisioni, l'arbitro offre indicazioni preziosissime sui comportamenti ai quali bisogna ispirarsi quando si dirigono le partite soprattutto quando queste vengono arbitrate dai colleghi, e come sia determinante attraverso questi comportamenti vincere l'insidiosa cultura dell'alibi superando la tentazione di trasferirla nei propri ragazzi.

Ai genitori - naturalmente assistiti in ciò dai dirigenti delle Società che hanno a cuore il desiderio di preservare il nostro sport dalle "moderne derive culturali" - gli arbitri dimostrano che il principio di autorità nel rugby ha un valore "sacrale" e non trattabile; che il rispetto delle regole e di chi ha il compito di farle rispettare è un valore inderogabile del nostro gioco, la pietra su cui si fonda la sua eccezionale singolarità.

Sono stati, crediamo, molto interessanti e istruttivi i tre incontri - uno per ogni categoria - tenutisi prima dell'inizio delle partite tra il gruppo degli educatori di tutte le Società partecipanti e il gruppo degli arbitri, durante i quali si sono collaborativamente concordate le principali linee guida degli arbitraggi, relative alle capacità tecniche e ai differenti livelli di competenza delle squadre, consentendo ai ragazzini meno esperti di “sbagliare un po' di più” senza per questo essere immediatamente frustrati nelle loro timide ma entusiasmanti iniziative, sanzionati per un colpo non voluto o interrotti per una veniale imperfezione; ai più esperti di valutare più severamente e con maggiore attenzione, grazie alle proprie maggiori competenze, la liceità e l'efficacia dei propri comportamenti.

Siamo convinti che anche a loro, agli arbitri, questa particolare esperienza abbia offerto una singolare opportunità per riflettere, una volta di più, sulla propria fondamentale e insostituibile funzione e sul significato profondo della propria opera, tastando con mano "la regola" direttamente là dove essa si genera: nel gesto acerbo di un bambino, nel maldestro controllo di un passaggio, in uno scontro scoordinato... nel gioco semplice e ancora informe dei piccoli rugbysti.

Siamo loro grati, infinitamente grati, per come, soffrendo nel calore dello scorso week end, hanno svolto in maniera magnifica e professionale il loro " lavoro". Siamo oltremodo felici per quanto la loro simpatia e il loro dialogo abbia coinvolto l'interesse dei ragazzi della "14" e della "16" che facevano i direttori di campo e dell'abilità con cui li hanno indirizzati e guidati verso le loro prime esperienze direttive. Ai nostri sinceri complimenti, alla profonda riconoscenza aggiungiamo la speranza che questa collaborazione possa continuare e crescere nel tempo, con la certezza che le future fortune del nostro gioco parimenti risiedono nei fischietti degli allenatori e nei fischietti degli arbitri.

Gibe

 

grazie SuperFISCHIETTI!!!

 

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