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il tifoso neofita - capitolo undicesimo - sotto l'ombrellone . 21.07.16

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capitolo undicesimo

21.07.2016 - Villeggiatura a Isola Verde

 

il tifoso neofita...sotto l'ombrellone!

 

Glossario estivo del rugby - Partire Leoni, Tornare Piloni

 

Sono ormai due settimane che siamo in villeggiatura a Isola Verde, il tifoso neofita ed io. Ogni giorno trascorre simile al precedente, il tempo si dilata come le nostre pance, tra mojto, tramezzini, pizze, bagigi, birra. Passeggiamo per andare a prendere un gelato, facciamo il bagno perché poi ci viene fame, conosciamo ragazze per portarle a cena fuori. In vacanza, tutto quel che facciamo ha come fine ultimo il cibo. Siamo partiti leoni, torneremo piloni.

Il momento più ambito della giornata è la pennica in amaca, con un piede languidamente all'aria, a captare ogni refolo di brezza marina, perché dall'alluce quella breve frescura s'irradi a tutto il corpo.
L'unico sport ammesso è il ping-pong. Durata degli incontri: una partita e mezzo.
Da qualche giorno mi dimentico perfino di interrogarlo, il tifoso neofita. Mi ricordo a malapena cosa sia il rugby. Almeno fino al momento in cui il tifoso neofita, allucinato dal sole come un peyote messicano, decide di avviare in spiaggia un reading del “Forse non tutti sanno che...” della Settimana Enigmistica, manco fosse il Cantico delle Creature o, chessò, “Esco a fare due passi” di Fabio Volo.

“Tutor, senti questa: «Il colorito roseo del salmone è dovuto ai pigmenti dei piccoli crostacei di cui tale pesce si nutre. Dunque, contrariamente a quanto molte persone credono...»”
“Fermati ti prego! Stai leggendo quella roba da 50 minuti!”
“«... un colore molto intenso non è affatto indice di migliore qualità. Anzi, il gusto delle carni non cambia affatto»”
“Bene. Grazie. Salmone rosa: segnato”
“Uh e senti quest'altra!”
“No, basta! T'interrogo!”
“Fai pure: sono molto preparato! Cosa vuoi chiedermi? Qualcosa sulla dea Diana? Le proprietà della camomilla? Lo smaltimento dei computer?”
“No, rugby”
“Azz”
1) “Hai presente la mischia, no?”
Sì è quello che si fa per evitare che quello davanti a te si prenda rebello, settebello e asso di danari tutti in una mano.

2) “Restiamo in tema: cos'è una ruck?”

una brutta donna inglese?

3) “E una maul?”
Questo lo so. È un cattivo di guerre stellari!


Soluzioni a pag. 46
1) La mischia ordinata è una situazione di gioco che si crea per ordine dell'arbitro per riprendere il gioco. È una contesa tra 16 giocatori (8 per squadra), legati tra loro in 3 linee per squadra (di 3, 2 e 3 avanti), e che devono conquistare il possesso spingendo gli avversari in avanti e tallonando la palla all'indietro.
2) Una ruck è una fase di gioco particolare, durante la quale uno o più giocatori di ciascuna squadra sono sui loro piedi, incrociati tra loro a mo' di mischia, sopra il pallone, che è a terra e viene portato avanti coi piedi.
3) Una maul si verifica quando il portatore di palla è trattenuto da uno o più avversari con uno o più suoi compagni di squadra legati a lui. Una volta che la maul è formata gli altri giocatori possono prendervi parte ma, come nella ruck, devono legarsi al compagno da dietro. Se la maul non avanza per due tentativi consecutivi, o se la palla non è più recuperabile, l'arbitro assegna una mischia ordinata in favore della squadra che non aveva il possesso all'inizio della maul.

il tutor del neofita

 

il tifoso neofita - capitolo decimo - sotto l'ombrellone . 05.07.16

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capitolo decimo

05.07.2016 - Spiaggia

 

il tifoso neofita...sotto l'ombrellone!

 

- Glossario estivo del rugby -


Una volta provai a giocare a rugby in estate (touch, che non si sa mai): per circa un'ora fui la cena di gala di zanzare africane affamatissime. Avanzare non significava conquistare campo, ma essere servito alla loro tavola su un letto di erbetta di campo pungente. Moscerini in bocca e negli occhi, auto-schiaffoni assassini e masochisti su braccia e cosce, una calura intollerabile e una tale umidità da rendere increscioso qualsiasi contatto fisico, specie perché giocavo contro la squadra dei sensa-maja.

Quest'anno meglio andare al mare.
E mi porto in spiaggia il tifoso neofita, così non si rilassa e lo interrogo.
Solo che l'esperto di vacanza stavolta è lui: in 40 minuti di macchina si divora cinque carote cinque, perché contengono carotene, certo, ma soprattutto perché “sono buonissime e fanno benissimo”. Poi in spiaggia ombrellone variopinto da 4,99 € al Lidl, telo-mare color nero cattura-raggi-solari con grande arazzo raffigurante Ciao di Italia90 al centro, e olio abbronzante protezione zero su ogni lembo di pelle. A fine giornata sarà arancione.

“Tifoso”
“Dimmi tutor”
“Ti ricordi quando andavamo a vedere il rugby?”
“No”
“La Tarvisium...”
“Non mi dice niente”
“Maglietta rossa la trionferà...”
“mh...”
“Il terzo tempo in Club House, le birre...”
“Ah certo! Il rugby! Ricordo perfettamente”
“Davvero? Vogliamo provare?”
“Certo! Hai portato il pallone ovale?”
1) “No, ma ti interrogo. Che differenza c'è tra fare un avanti ed essere un avanti?”

Cioè che nel rubgy anche se non sei davanti in classifica te si sempre comunque avanti parchè xe uno sport massa beo?

2) “Cos'è un drop?”

Un pezzo di una canzone de beastie boys?

3) “Cos'è, o chi è, un Mark?”

Sono indeciso se un'armatura di Iroman o la velocità degli aerei in Top Gun. Fa ti, forse xe comunque a stessa roba. Che caldo.


Soluzioni a pag. 46
1) Fare un avanti significa passare la palla in avanti con le mani, che nel rugby è proibito. Gli avanti sono invece gli 8 giocatori della mischia
2) Un drop è un calcio di rimbalzo, usato per allontanare la pressione della squadra avversaria, per spostare il gioco o per conquistare campo, oppure per segnare 3 punti qualora la palla calciata in drop finisse dentro i pali
3) Il Mark si ha quando un difensore all'interno della propria linea dei 22 metri prende al volo la palla proveniente direttamente da un calcio di avanzamento dell'avversario: per beneficiare del mark il difensore deve però avere entrambi i piedi a terra e gridare "mark" al momento della presa. Dopodiché il gioco riprenderà con un drop a favore della squadra che difende, senza pressione avversaria.

il tutor del neofita

 

il tifoso neofita - capitolo nono . 17.04.16

il tifoso neofita 17 04 16

 

capitolo nono

17.04.2016 - Tarvisium vs Casale

 

epilogo

 

il tutor


Questo pezzo non lo scriviamo volentieri, il tifoso ed io. Io personalmente odio i finali: non ho idea di quanti libri abbia letto in vita mia, ma so di per certo di averne finiti solo nove. Non mi piace concludere, specie quando amo partecipare.
Ma per coerenza e dovere, non mi resta altro che raccontare quest'ultima avventura allo Stadio Monigo. Innanzi tutto: per questo appuntamento conclusivo siamo riusciti a raccogliere tutti (o quasi) i neotifosi arruolati durante la stagione. Eravamo proprio una bella mandria di stolti, su quegli spalti (ma l'offerta del Terzo Tempo Conad ha aiutato il reclutamento). Abbiamo tifato e urlato, come sempre a casaccio.
Abbiamo gioito e vinto. E abbiamo riso a crepapelle nel notare come i due piloni delle due squadre fossero perfettamente identici: Salandria è il nostro insostituibile omaccione, vera stella della mischia rossa, barbuto, incassato, incazzato; il loro Gambardella ne è la copia perfetta, ma in maglietta gialla e senza calzini, come una specie di hipster-bull. Nota di colore: quando Salandria, dopo una prestazione-capolavoro, ha dovuto lasciare il campo con la spalla malconcia, qualcuno ha commentato: “Cacchio, si è rotto! Adesso arriva il tecnico Riello ad aggiustarlo!”.
È stata poi l'ultima fatica del Capitano, del Pava, il NOSTRO man of the match. Dalla prima partita, per tutti noi, lo zio esemplare che insegna in campo ai nipoti di belle speranze, la guida, il vessillo, cuore e cervello dei Ruggers 2016. Ha marcato la meta, e ci è mancato poco che ci commuovessimo. E poi il trionfo finale, Maglietta Rossa la trionferà, la birra, i sorrisi, le risate, i bambini di ogni età che prendono possesso del campo San Paolo, le sarde fritte, la festa. È un popolo che mi mancherà, per qualche mese, questo della Tarvisium.
E mi mancherà da morire questo sport immenso: il rugby che move i fan e noi altri belve.

 

il tifoso


Agreme. Così anche io ho salutato il capitano, io che non ho ancora capito perché la palla deve essere ovale. E in qualche modo la commozione del mio tutor si è trasmessa anche a me. Sono solo un tifoso neofita, io le cose troppo tecniche non le capisco mica tanto, però capisco bene i tecnicismi del cuore.
Ah, il tutor non mi ha trasmesso solamente la commozione per una partita che è diventata un simbolo (finalmente di nuovo dagli spalti dello stadio), ma anche la fame alla vista del menù Conad a base di piatti di asparago e frittura di pesce a camionate.
Beh, al termine di questa stagione so che la “farfalla” non si chiama così, so che nella mischia succedono un sacco di cose, so che la palla colpisce più di quanto rotoli. E chissà, forse per la prossima stagione, non sarò più nemmeno io così neofita, e il testimone passerà a qualcun altro.
Già, la prossima stagione. Confesso che l'idea che un anno sia già passato un po' mi dispiace, avrei voluto che continuasse ancora. Ma a salvare le mie speranze, come sempre, c'è il mio tutor: “Caro mio,” ha detto “È l'ultimo terzo tempo della stagione, è vero, ma la Tarvisium non si ferma mica. Dietro a quelle magliette rosse c'è tanto sport, ma non solo: c'è una famiglia che diventa sempre più grande, c'è una passione che ci accomuna tutti, e di sicuro anche a palla ferma, la nostra squadra ci saprà regalare un'estate indimenticabile. Per cui non mettere il tappo alla penna. Ci sarà sempre bisogno, anche fuori dal campo, di un tutor e di un tifoso neofita, di un capitano e di una maglia, di una squadra che non ha voglia di fermarsi. Nemmeno a gioco fermo. Ma adesso se magna e se beve, va ciòrme do sardee ti che te si giovane.”

 

il tutor o e il tifoso neofita

 

il tifoso neofita - capitolo ottavo . 10.04.16

il tifoso neofita2

 

capitolo ottavo

10.04.2016 - Tarvisium vs Verona

 

"Bombonera" Monigo

 

Il rugby non è come il calcio. I tifosi sono straordianariamente educati, amano l'avversario e la fatica di ogni protagonista in campo. I giocatori lottano, si scontrano, placcano, ma si vogliono bene.
Il rugby non è come il calcio. Dalle tribune di uno stadio di rugby non sentirai mai partire cori o insulti contro gli ospiti o contro l'arbitro. Se la squadra perde malamente, se i beniamini di ogni domenica non rendono come al solito, se in campo sembrano confusi, impacciati, perfino svogliati, il tifoso del rugby continua imperterrito a incitarli, aspettando con ansia quel terzo tempo in cui potrà finalmente avvicinare i propri campioni e domandare loro a tu per tu: “ehi Grinta, cos'è andato storto oggi? Vieni qui, non pensarci più, ti offro una birra!”
Il rugby non è come il calcio.
Ma quando c'è un arbitro così, quando le magliette rosse se ne stanno intorpidite dalla primavera a subire un tempo intero gli avversari, quando passano la palla a 2 all'ora, quando non rincorrono gli avversari per più di 12 passi, quando chiudi gli occhi per non vederli più perdere una touche o una mischia, allora il tifoso neofita scopre che tutti i tifosi del rugby, in qualche angolo remoto del loro cuore, sono stati in una vita precedente tifosi di calcio.

Domenica un'intera stagione di educazione al fair play della palla ovale se ne è andato in malora, e lo stadio Monigo sembrava la Bombonera di Buenos Aires durante un disastroso derby con il River: i tifosi dei Ruggers, all'inizio amichevoli e bonari, col passare dei minuti si sono fatti nervosi, frustrati, incazzati neri. Una squadra disarmata, con tanto di espulso a fine primo tempo, e un arbitro contestatissimo hanno acceso i loro animi solitamente placidi: e via di fischi durante i calci avversari, insulti e urla contro il direttore di gara, conditi da colorati inviti a tornare a fare visita a luoghi natii e primordiali.
E il tifoso neofita, finalmente, si è sentito a casa: se fino al giorno prima era tutto un “perché il pallone è ovale?” e “non ci capisco molto, ma questi sono forti a centrocampo”, ora finalmente può dare sfogo a tutta la sua ignorante competenza gridando all'arbitro “IL PILONE ENTRA SEMPRE DI LATO ARBITRO! MA SEI CIECO??! MA RILEGGITI IL REGOLAMENTO!”.

Però una cosa non è sfuggita al tifoso neofita: che una partita così si sarebbe potuta perdere tanto a niente, e invece i Ruggers, che hanno iniziato il secondo tempo sotto 17-0 e con un uomo in meno, hanno battagliato per i successivi 40 minuti, hanno segnato tre mete e hanno sfiorato l'impresa, restituendo a se stessi e ai propri tifosi orgoglio, sorrisi, amore per il rugby.

E così una deludente sconfitta casalinga può diventare il faro più luminoso per la prossima stagione, anche più delle brillanti vittorie dello scorso inverno.

Il tifoso neofita

 

il tifoso neofita - capitolo settimo . 20.03.16

il tifoso neofita2

 


capitolo settimo

20.03.2016 - Tarvisium vs Reggio

 

il tutor lascia la parola al tifoso neofita


Oggi per la prima volta, mi rivolgo a voi in prima persona: mi presento, sono il tifoso neofita. Ieri, ho perso di vista il mio tutor tra le prelibatezze Conad durante il terzo tempo, per cui oggi rimango con alcuni dubbi che sicuramente qualcuno di voi potrà risolvere.

La partita è stata agguerrita, di questo me ne sono accorto anche io, e dal bordo campo del San Paolo ho potuto assistere a tantissime (e lunghissime) mischie da molto vicino. E mi sono chiesto: “Ma cosa diavolo succede là sotto?”

Una cosa l'ho capita subito: si spinge.

Si spinge duro, si spinge forte, si spinge con ogni muscolo che si ha in copro, perché a quanto mi è parso di capire, più spingi più ce la fai.

Ho capito anche un'altra cosa: nessuno tocca la palla. L'ovale deve uscire da solo, e raccolto da quelli che stanno dietro, che nel frattempo gridano agli altri “Spingi! Spingiiii!” Per cui, ci avevo visto giusto. Nella mischia si spinge. Ma la palla è avvelenata, non si tocca!

Inoltre è chiaro che nessuno vuole fare cadere la mischia. Si preme contro l'avversario e basta, in una lotta di forza, resistenza e nervi saldi, che non è mica vero che la potenza è solo muscolare. Devi crederci, e devi spingere, perché quando le forze cominciano a vacillare è la determinazione che fa il resto. E comunque, sempre si spinge, e chi mette il gomito a terra fa perdere tutti.

Mi è sembrato anche evidente che almeno uno dei piloni di prima linea esce dalla mischia disteso a terra. Perché è chiaro, no? Se ti spingono da davanti e ti spingono da dietro e tu sei in mezzo, spalla contro spalla, testa contro testa, beh, ci sono alte probabilità di finire schiacciato di brutto, e alla fine una trentina di secondi te la devi prendere, per capire che non hai fatto la fine della sottiletta.

Ecco, ieri ho visto una cosa che mi ha fatto anche commuovere: al termine della mischia, un giocatore avversario si è avvicinato ad uno dei nostri ragazzi a terra, gli ha teso la mano e lo ha aiutato ad alzarsi. Allora ho capito una cosa che mi sembra, chissà perché, importante. È vero che nella mischia si spinge tanto e si spinge forte, ma non sempre. Al termine può capitare anche che una mano si tenda per afferrarne un'altra, anche avversaria, e si debba tirare. Sì, l'azione ormai è conclusa, nel bene e nel male, ma questo gesto, in qualche modo, mi è sembrato farne parte. E allora non ha più avuto importanza chi avesse guadagnato un punto e chi no, di mischie ce ne saranno altre, l'importante adesso è essere tornati in piedi. Anche grazie al gesto di un avversario.

Nota del tutor: ok, lo so, non tutte le regole sono ancora chiare al nostro tifoso, ma lo spirito del rugby l'ha colto in pieno, e vi assicuro che sta migliorando a vista d'occhio!

 

il tifoso neofita - capitolo sesto . 13.03.16

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capitolo sesto
13.03.2016 - Tarvisium vs Colorno

 

sia lode allo speaker

 

Nei pomeriggi festivi del 1995, al posto di andare a respirare aria buona al San Paolo, preferivo starmene spesso imbambolato davanti alla televisione, a vedere sempre gli stessi film che a rotazione Italia Uno proponeva ai miei occhi immaturi. La peggiore immondizia si alternava allora a indelebili classici di avventura, e così i pomeriggi scorrevano tra licantropi che giocavano a basket, ragazzini che inventavano astronavi e pirati improvvisati alla conquista del tesoro di Willy L'Orbo.
Spesso i film che preferivo erano quelli appartenenti al filone sportivo. E, tra questi, senza ombra di dubbio il mio film del cuore era Major League - La squadra più scassata della lega. Un capolavoro imprescindibile, il racconto travolgente del riscatto immaginario degli Indians, squadra di baseball sgarruppata con un Charlie Sheen ipovedente a fare la parte della stella selvaggia. Ma tutti gli Indians erano adorabili: il potente giocatore voodoo, il velocissimo ladro uscito di galera che a baseball rubava le basi, il vecchietto che sopperiva col mestiere all'avanzare degli anni.
Avrò visto quel film un milione di volte. Mi sentivo ormai parte di quello sparuto pubblico privilegiato, quei 4 tifosi eletti che, incuranti dei risultati, avevano l'alta missione di andare ostinatamente ogni domenica allo stadio a incitare o insultare i propri beniamini.
Ecco, quest'anno ad andare a vedere ogni domenica la Tarvisium mi sono sentito di nuovo un tifoso degli Indians: chiamare i giocatori per nome, gioire orgoglioso come un padre alla meta del figlio, la vittoria come questione suprema di vita o di morte, la sconfitta come trascurabile episodio da innaffiare di birra, e poi... e poi lo speaker a bordo campo. È il Perin la chiave. In Major League c'erano questi due speaker un po' cialtroni, che sbagliavano i punteggi e chiedevano scusa, che parlavano un po' dei fatti lori, che intrattenevano il pubblico al microfono come lo zio Piero farebbe durante il pranzo di Santo Stefano dopo quattro bicchieri di merlot e un liquore al mirto. Il buon speaker Perin è così: una meraviglia per le orecchie, vero spettacolo nello spettacolo nelle partite della Tarvisium. Dai saluti ai vip ai punteggi un po' sballati, è un concerto fatto di fuoriprogramma imprevedibili, correzioni in corsa, invenzioni linguistiche e monologhi esilaranti. Una sorta di telecronaca privata che trasmette subito aria di casa alle nostre partite.
O ai nostri trionfi, sarebbe meglio dire: perché con il Colorno si è vista la vittoria più spettacolare dell'anno.

E anche gli Indians, sia detto sottovoce, alla fine del film vincevano il campionato.

Il tutor del neofita